• Categoria dell'articolo:Videogioco PC

Tactical Operations – Assault on Terror
PC

Tactical Operations - Assault on Terror

Non c’è dubbio che la storia di questo gioco sia originale: nato come un Mod per Unreal Tournament, creato e arricchito dai fan su Internet per il puro gusto di giocare, si è prima chiamato SWAT, quindi Tactical Operations e, infine, Tactical Operations: Assault on Terror.

II progetto iniziò verso la fine del 1999 e la sua prima uscita ufficiale avvenne nel giugno del 2000. La versione cui si fa qui riferimento è quella commerciale, presentata in America nell’aprile di qualche annetto or sono e poi distribuita in tutto il mondo. Tactical Operations: Assault on Terror, per sua stessa natura, è decisamente più sbilanciato verso la modalità  multi giocatore (anzi, si può dire che il single player non sia altro che un modo per addestrarsi con dei bot, cioè giocatori virtuali guidati dall’Intelligenza Artificiale, allo scontro vero e proprio contro altri esseri umani).

to_crossfire1.jpg

La grafica è molto fluida e le ambientazioni in cui combatteremo sono le più disparate, preparate con molta attenzione ai dettagli. Isole rocciose, porti sulle coste frastagliate dell’Europa del nord… tutto questo e molto altro farà  da sfondo a scontri dall’approccio semi-realistico, in cui il tempismo e l’azione di gruppo sono molto più importanti della velocità  con il grilletto. Diciamo “semi-realistico”, perché alcuni aspetti di questo titolo sono effettivamente verosimili, mentre altri risultano più divertenti e irreali. Questo contrasto, però, non stona affatto e consente di apprendere gradualmente i meccanismi del gioco.

All’inizio di ogni scenario, saremo in grado di decidere a quale delle due squadre appartenere (corpi speciali o terroristi). In base a questa decisione e alla mappa di missione selezionata, riceveremo un breve briefing di missione, che ci dirà  quali sono i nostri compiti. I più comuni saranno l’eliminazione della squadra avversaria, il salvataggio di alcuni ostaggi (o la loro detenzione!), l’uccisione di un particolare personaggio (o il suo recupero) e così via. Chi è abituato a sparatutto più “fantascientifici”, come Quake, dovrà  fare i conti con una mortalità  altissima. In molti casi, basterà  un singolo colpo di pistola automatica, anche da una certa distanza, per lasciarci a terra in un lago di sangue. Troveremo bonus e armature che possono aumentare le nostre aspettative di vita, ma nulla potrà  sostituire una buona pianificazione tattica e l’azione di gruppo dei nostri alleati.

Durante le missioni, troveremo dei soldi con i quali comprare munizioni e armi più potenti: questo è evidentemente uno degli aspetti meno verosimili. La scelta degli equipaggiamenti, invece, è buona e non ci sono super-cannoni a onde o pistole laser, ma soltanto armi realmente esistenti. Chi sta cercando un gioco “serioso” con cui sfidare gli amici, ha trovato pane per i suoi denti.

Lascia un commento