La stagione dei notebook dalle linee classiche e dai colori tradizionali è ormai terminata: ora i produttori propongono computer portatili caratterizzati da design esclusivi, finiture lussuose e materiali pregiati. L’era del “fashion computing” è iniziata.

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Esiste una relazione diretta tra l’aspetto esteriore di un prodotto tecnologico e il suo tipico ciclo di vita. Nella fase iniziale, quella in cui i cosiddetti “early adopters” sono i primi consumatori di un certo tipo di dispositivo, sono primariamente gli elementi di innovazione a prevalere, mentre l’aspetto esteriore riveste solamente un ruolo secondario. Quando un oggetto tecnologico si trova nella seconda metà  del proprio ciclo di vita, ossia quando diventa di massa, i costruttori si trovano necessariamente a dover trovare soluzioni che permettano di distinguere i propri prodotti da quelli della concorrenza.

Nella seconda fase del ciclo di vita le aspettative tecnologiche sono già  consolidate, e per i produttori risulta necessario introdurre elementi, prevalentemente esteriori, che rendano i prodotti più facilmente identificabili, caratterizzandoli con elementi distintivi.

Non solo tecnica: l’esigenza di diversificare è particolarmente sentita in questi ultimi tempi dai produttori di notebook che, chi più chi meno, si stanno integnando nel proporre linee sempre più accattivanti, design dedicati ai più giovani oppure notebook specifici per il pubblico femminile: soluzioni che prevedono l’impiego di nuovi materiali, colori e finiture particolari ed esclusive.

I costruttori creando linee di prodotto sempre più “verticali” raggiungono il duplice obiettivo di catturare specifiche nicchie di consumatori e di prendere le distanze dai prodotti di massa, sui quali le dure e spietate leggi della concorrenza riducono i margini all’osso. Va da sé che un computer un po’ più “stilish” consenta spazi di guadagno più elevati, malgrado a livello industriale le differenze nei costi di produzione rispetto ai modelli entry-level non siano magari così ampie.

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Materiali e brand: nella realizzazione di alcuni notebook di design, c’è chi si ispira al mondo delle corse, proponendo il carbonio come materiale costruttivo del case: è questo il caso di alcuni portatili di Asus ed Acer “griffati” rispettivamente Lamborghini e Ferrari. L’Asus Lamborghini per esempio impiega un case in carbonio con laccatura gialla lucida del dorso e profili in pelle degni di una fuoriserie. Per quanto riguarda Acer, il marchio Ferrari non ha bisogno di presentazioni: i notebook che recano lo stemma del Cavallino Rampante sono anche in questo caso realizzati utilizzando in gran parte il carbonio, materiale al contempo leggero e robustissimo.

La massima espressione del design nell’ambito dei notebook è comunque marchiata Apple: l’introduzione del sottilissimo Mac Book Air, un vero e proprio capolavoro di estetica e leggerezza, ha segnato anche l’esordio di un nuovo processo industriale nella realizzazione del case. “Brick” è il nome in codice di questo nuovo processo produttivo, una rivoluzione in ambito industriale: la scocca del notebook è ricavata da un unico blocco di alluminio, che viene modellato a più riprese da laser tridimensionali e getti d’acqua potentissimi ed estremamente precisi, fino all’ottenimento del prodotto finale.

Fantasie tecno: ci sono produttori che invece stanno puntando su colori e finiture luminose, per arrivare alle vere e proprie “Artwork”, realizzate da artisti di fama internazionale, e utilizzate come finiture del dorso del notebook: è il caso dei Dell Studio 15 e Studio 17, notebook che sono proposti in sette differenze colorazioni. Per questi modelli è prevista la possibilità  di personalizzare ulteriormente il notebook nella fase di configurazione, aggiungendo il motivo artistico preferito e modificandolo entro certi limiti: innumerevoli possibilità  di personalizzazione, per un notebook che, oltre a non passare inosservato, è certamente più esclusivo rispetto ad un triste laptop dal case nero o grigio.

A scommettere sulle varianti cromatiche con un prodotto dedicato al pubblico giovane è anche Sony, che propone la propria gamma di portatili Vaio della serie CR in cinque diverse livree perlate. Il colore delle finiture interne è coordinato con il dorso, e un profilo luminoso che circonda la base offre un impatto visivo particolarmente accattivante. Un altro “big player” che sta testando nuovi ed esclusivi design per i propri prodotti HP, che prova ad andar oltre la pure realistica stilistica, cercando di reinterpretare il notebook come “oggetto glamour”.

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Glamour & green: HP ha recentemente scommesso su un Notebook dotato di schermo da 10 pollici per testare questa formula: un portatile griffato da una nota stilista americana, Vivienne Tam, pensato per il pubblico femminile. Il dorso del piccolo Netbook è rifinito con un motivo floreale identico a quello di una linea di abiti della casa di moda, e naturalmente anche gli altri elementi, quali tastiera e finiture, sono perfettamente coordinati.

Per questo prodotto è prevista anche un’inedita formula distributiva: i canali di vendita non saranno quelli tradizionali, bensì le boutique della catena Vivienne Tam. Un altro filone che sta emergendo prepotentemente, ma che ha un sapore molto forte di pretesto, è quello del Green Computing, o Green IT. Sotto questo ombrello si riparano soluzioni tecnologiche che secondo quanto dichiarato dai produttori sarebbero più rispettoso dell’ambiente.

Un ottimo esempio è offerto da Asus, che ha recentemente stupito il pubblico presentando un notebook con un case realizzato in vero bamboo, si tratta del nuovo Asus U6V, prodotto proposto in due varianti, con monitor da 12,1” e peso di 1,57 Kg, o con pannello da 11,1” e 1,25 Kg di peso. In entrambi i casi il notebook è assolutamente attuale per quanto riguarda la componentistica, ma il ricorso al bamboo gli conferisce un aspetto decisamente piacevole e vagamente artigianale.

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