Il signore degli Anelli: La conquista.
Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare della saga del Signore degli Anelli: oltre ad essere classificato come il secondo libro più letto, è arrivato all’attenzione anche dei meno avvezzi alle letture tramite la trilogia cinematografica di Petre Jackson.
Durante le uscite dei film, furono pubblicati, per le console di allora e per Pc giochi riguardante la saga tolkieniana. Considerata la licenza su cui il titolo Pendemic si basa, era lecito aspettarsi un comparto grafico quantomeno curato, ma i risultati lasciano a desiderare.
Andando con ordine, analizziamo la realizzazione dei personaggi: il vestiario è ben caratterizzato, composto da texture piuttosto realistiche anche se povere di colore. I veri difetti nascono dalle movenze: i combattimenti sono mossi da animazioni ridotte all’osso, che si ripetono all’infinito. Gli eroi ricordano da vicino le controparti reali, anche se va sottolineata una certa inespressività dei volti.
Gli scenari sono, a giudizio oggettivo, estremamente deludenti, con strutture inconsistenti, povere e ingannevoli: uno sguardo al Fosso di Helm o al Nero Cancello, ridotti drasticamente quanto a dimensioni e forza sul campo, è sufficiente a rendersi conto dell’approssimazione con cui le riproduzioni si presentano.
L’unica arena che si salva è Minas Tirith ben riconosciuta anche se povera di particolari. Il colpo di grazia ad un comparto tecnico già vacillante è inferto dai numerosi bug che lo affliggono: dalle asce del guerriero che restano sospese in aria al diffusismo clipping che fa si che i personaggi spesso si incastrino negli scenari, talvolta portano a situazioni bloccanti.
Il comparto sonora si rivela ottimo per la musiche arrangiate da Howard Shore, il creatore del capolavoro che è la soundtrack de il Signore degli Anelli, ma ridotto per quanto riguarda la varietà delle musiche: i motivi saranno sempre i medesimi senza variare di livello in livello.
Il doppiaggio in italiano non è stato purtroppo affidato allo stesso cast impiegato per i film, e la mancanza del carisma di Pino Insegno e Gianni Musy (rispettivamente Aragorn e Gandalf) si fa sentire, e conferma che Il Signore degli Anello: la Conquista non è purtroppo un titolo in grado di rendere giustizia alla licenza di valore cui si appoggia.
Il Signore degli Anelli: la Conquista è un titolo che potrebbe far storcere il naso a molti, soprattutto agli appassionati della saga tolkieniana. Il comportamento tecnico è tutt’altro che sufficiente mentre la giocabilità , penalizzata da un’intelligenza Artificiale nemica e atleta deplorevole, rischia alla lunga di annoiare nel ripetere sempre al stessa azione.