E3 e il fenomeno femminile
Da poco tempo a questa parte su internet non si parla di altro: sono passati, di fatti, diversi anni da quando la fiera e mostra mercato più famosa al mondo dopo il Tokyo Game Show ha chiuso i battenti, ma non nel senso che non esiste più; semplicemente non ci si può più accedere a meno che non si sia un grande giornalista del settore supportato da siti giganteschi dedicati ai videogiochi (ad esempio, noi dello staff di Giocattoleria non potremmo entrarci anche se volessimo e quindi siamo costretti, nostro malgrado, a cercare notizie qua e là su internet). Ormai in moltissimi lamentano di questa mancanza e vorrebbero che la fiera di E3 tornasse appannaggio di tutti, come è giusto che sia.
Noi di Giocattoleria rispondiamo che questa protesta è giusta, ma secondo il nostro modesto parere, si dovrebbe cercare di tutelare meglio chi lavora all interno di queta straordinaria mostra mercato. La nostra critica e considerazione è soprattutto legata alla figura o meglio, alle figure, di molteplici donne e giovani ragazze che, mentre l E3 era ancora aperto al pubblico, si prestavano a presentazioni di videogiochi ed erano costrette a lavorare più con il loro corpo che con la loro mente. Essere una ragazza E3 non è molto difficile: è sufficiente essere bella e carina, praticamente una modella.
Insomma, siamo di fronte ad una delle più scandalose mercificazioni del corpo umano e passi che questo accada con Miss Italia, dove non è poi così anormale vedere delle belle donzelle in costumino, ma non in una mostra mercato dedicata anche ai più giovani. Che senso aveva, di fatti, piazzare tantissime ragazze qua e là per la fiera rigorosamente in cosplay succinti e spesso ridicoli, costrette a fare fotografie con perfetti sconosciuti per tutto quanto il giorno? Non dovremmo essere noi a ricordare che all E3 si vendono videogiochi, non giovani speranzose.
Alcuni sostengono che se mai vi sarà un altro E3 allora di sicuro il ruolo della donna verrà rivalutato e verrà trattato nella giusta misura. Noi invece crediamo che questa rivoluzione non avverrà mai se non altro perché i videogiochi rimangono ancora oggi un fenomeno prettamente maschile e quindi una decisione del genere sarebbe di sicuro meno commerciabile e comunque meno vendibile rispetto ad altro. Insomma, tutto questo per dire che in giro il dibattito su questa questione esiste di già e noi invitiamo tutti a partecipare numerosi nei vari forum perché ne va del futuro di una generazione.