Anno 1503 – Il Nuovo Mondo – EA Games, Electronic Arts – Sunflowers – C.T.O.
Appartenente alla categoria dei gestionali ambientati nel periodo rinascimentale, Anno 1503 – Il Nuovo Mondo (un titolo che, pubblicato sotto etichetta EA, vanta il coordinamento di ben tre sviluppatori) si propone di ricostruire i problemi di coloro i quali, una volta scoperte le vaste terre al di fuori dell’Europa, cercavano fortuna fondando colonie, riportando carichi di spezie, oro e altre merci preziose e commerciando con le tribù native (quando non le conquistavano), il tutto grazie a un sistema in tempo reale con grafica tridimensionale isometrica che ricorda intimamente sia titoli simili (come Patrician), sia strategici come Age of Empires.
Al centro del gioco vi è la creazione e lo sviluppo di una colonia europea (la nazione di appartenenza non importa) nelle vergini terre di uno dei Nuovi Mondi: non solo le tradizionali Americhe, infatti, ma anche zone solitamente poco considerate, come l’Africa, l’Estremo Oriente e le distese boreali abitate dagli Inuit e dagli orsi bianchi.
In realtà , come scopriremo ben presto, mentre ambienti geografici e culture sono ricostruiti con notevole cura, il gioco si svolgerà sempre su una mappa immaginaria formata da isole di dimensioni e aspetti geografici variabili (in generale, comunque, il clima sarà sempre più freddo andando verso nord, e sempre più tropicale navigando nella direzione opposta).
Anno 1503 inizia con un tradizionale tutorial, che ci introduce ai suoi tre aspetti fondamentali: sviluppo delle colonie, commercio e diplomazia e, infine, la guerra. Sebbene ognuna delle tre parti sia lunga e descrittiva, è bene dire che alla fine lasciano una certa insoddisfazione. Non tutti gli aspetti più importanti del gioco vengono spiegati in modo chiaro, complice qualche ambiguità nella traduzione dell’edizione italiana. Ciò renderà le prime partite esercizi alquanto macchinosi, esperienza complicata da un’interfaccia utente non delle migliori (in verità , sotto alcuni aspetti abbastanza confusa, a causa dell’incredibile numero di icone e del fatto che alcune tendono ad assomigliarsi). In definitiva, si può dire che Anno 1503, malgrado sembri appartenere a una categoria i cui fondamenti sono noti a tutti appassionati, non è affatto un titolo semplice.
Finito il tutorial, è la volta di affrontare il gioco in tre modi. La modalità Continua genera un mondo casuale e ci permette di partire come umile Conquistadores con poche risorse, ma molte speranze. Spetterà a noi scoprire se saremo più bravi delle avversità naturali e dei nemici. La modalità Campagna è, invece, una tradizionale serie di scenari collegati da una trama, che dovremo completare uno a uno per progredire. Infine, siamo liberi di scegliere uno degli scenari singoli già pronti e di varia difficoltà . Ogni colonia (i giocatori di successo ne fonderanno ben presto più di una) è centrata attorno a un magazzino, l’edificio portuale attraverso il quale avviene lo scambio delle merci tra colonie diverse. Seguono, naturalmente, le case per i coloni e le installazioni con le quali produrremo merci e soldati.
Le installazioni, che per funzionare devono essere collegate tra loro e al magazzino da una strada, sono di vario tipo e vanno dalle tradizionali fattorie e capanne di taglialegna, a strutture civili, come chiese o scuole. La produzione di merci avviene in due modi: diretto o concatenato. Una fattoria, per esempio, produce cibo, oppure, se piantiamo campi di patate attorno ad essa, alcool di bassa qualità . La capanna del cacciatore, invece, genera cibo e pelli. Se viene collegata da una strada a una conceria, queste ultime diventano pelli lavorate, da vendersi come articoli in cuoio.
Da questa base nasce il modello economico di Anno 1503. àˆ consentito, per esempio, avere tutte le strutture per produrre alcool di buona qualità , tranne la materia prima – luppolo o canna da zucchero. Questa dovrà quindi essere importata da colonie sotto il nostro controllo, o acquistata da altre potenze che ne dispongano in abbondanza (e con le quali abbiamo stretto accordi commerciali) o dai nativi. La chiave per una buona riuscita di queste trattative potrebbe essere, per esempio, la nostra sovrapproduzione di un bene a loro mancante, così da garantire uno scambio equo.
Un altro caso in cui lo spostamento di merci risulta fondamentale avviene quando una colonia è stata fondata per sfruttare le risorse di un isola in sé arida e inospitale (magari minerali o spezie) e i suoi abitanti hanno quindi bisogno di un rifornimento costante di generi di prima necessità (non solo cibo, ma anche attrezzi, mattoni e quanto serve per edificare le strutture necessarie). Naturalmente, non sempre le cose vanno nel modo migliore e più pacifico e anche nelle colonie la guerra si dimostra un mezzo di espansione legittimo, colpendo le rotte commerciali altrui con le proprie navi o invadendo e conquistando gli insediamenti. Il modello militare si riassume in una versione semplificata di Age of Kings: costruiamo soldati, cavalieri e macchine da guerra nelle apposite installazioni, e li lanciamo in battaglia selezionandoli e cliccando sul bersaglio, come nel più tradizionale degli strategici in tempo reale. Lo stesso avviene con le imbarcazioni. Il gioco utilizza, inoltre, il classico sistema noto come “carta, forbice, sasso” dove ogni unità ha un nemico più forte e uno più debole.
Gli arcieri, per esempio, saranno facile preda degli spadaccini, i quali, a loro volta, avranno difficoltà contro i cavalieri. Il progresso tecnologico, ovviamente, porterà all’apparizione delle armi da fuoco e di unità di archibugieri e fucilieri (a cavallo o meno).
Il principale problema di Anno 1503 risiede, paradossalmente, nell’elevato dettaglio con cui ogni suo aspetto è stato rappresentato. Questa potrebbe sembrare una cosa buona, ma non sempre lo è. In un titolo strategico-gestionale, il giocatore dovrebbe sempre essere libero di concentrarsi sui problemi dell’ipotetico personaggio di cui veste i panni (Re, generale, mercante e così via) e non preoccuparsi, se non marginalmente, di questioni che, nella realtà , spetterebbero a sottoposti e superiori. Per fare un esempio, in Europa Universalis 2 il nostro ruolo è di governare una nazione, indirizzandone le scelte politiche, diplomatiche ed economiche.
Lo scambio delle merci e le attività mercantili sono certo importanti, ma, al livello del Re che interpretiamo, ciò si traduce nella necessità di annettere i territori che producono le merci più richieste e di controllare le piazze ove queste vengano vendute.
In modo simile, l’aspetto militare consiste nello sviluppo tecnologico dell’esercito, nella costruzione di truppe e nel loro invio in zona di battaglia, cercando al tempo stesso di garantire al dominio la base economica necessaria per sostenere la guerra e lasciando ai comandanti virtuali la gestione dei calcoli che determinano il risultato dello scontro. In una parola, i problemi sono esattamente quelli che avrebbe un sovrano nel mondo reale.
In Anno 1503, invece, dobbiamo occuparci di tutto con lo stesso livello d’attenzione: l’economia e lo sviluppo delle colonie hanno la complessità di Faraon o Zeus, la guerra quella di Age of Kings e la produzione e compravendita di merci quella di Patrician II – senza che alcuna di queste attività possa essere delegata al computer, tranne per un sistema di automatizzazione delle rotte commerciali, che richiede comunque la programmazione manuale delle stesse, tappa per tappa e nave per nave. Il risultato è che, proprio nel cuore di una battaglia decisiva per la conquista di un’isola nemica, verremo informati del rischio di deforestazione in una nostra colonia, seccatura che nella realtà , in quel momento, occuperebbe giustamente la mente di un’altra persona.
Anno 1503 è, dunque, troppo ricco e complicato per il suo stesso bene! Lo è senz’altro più dei tre titoli citati, Patrician II, Europa Universalis 2 e Faraon, complessi e dettagliati, ma molto fluidi nella giocabilità , una volta appresi i meccanismi base, e ugualmente ricchi di spessore. Anno 1503 – Il Nuovo Mondo è dunque ricco, vario, curato e non fa compromessi in nessuno dei suoi aspetti. Quest’ultimo fattore sarà probabilmente quello che convincerà alcuni ad appropriarsi subito della confezione e altri a puntare su titoli più giocabili. In definitiva, buono ma non eccellente!