Sid Meier’s Civilization III PC
Una straordinaria alchimia di giocabilità , storia, strategia, conquista e cultura ideata una decade fa dal genio di Sid Meier continua a mietere “vittime” tra noi videogiocatori, vittime assonnate per le lunghe notti trascorse a conquistare l’ultima, dannata città babilonese, ovviamente!
Arriva sui nostri monitor, nella sua sfolgorante terza incarnazione, arricchita da una completa traduzione nella nostra lingua, la pluripremiata saga di Civilization. Come i suoi predecessori, Civilization III è un gioco di strategia a turni che ci pone nei panni dello “spirito guida” di una popolazione del nostro pianeta, dagli albori della Storia fino al prossimo futuro. Mentre i secoli scorrono tra le nostre dita, possiamo ricercare e scoprire tecnologie, fondare città , condurre negoziati e rapporti commerciali, dichiarare guerre con le altre civiltà del mondo, erigere monumenti immortali che sopravviveranno ai millenni, e, infine, essere i responsabili della prima spedizione extraterrestre verso un altro pianeta abitabile. Il cuore degli imperi di Civilization III sono le città : centri di aggregazione urbana fondati dai coloni, in cui vengono prodotte le unità civili e militari e dove si costruiscono gli edifici e le installazioni utili al progresso tecnologico, alla ricerca scientifica, all’ordine sociale e così via.
Non solo la progressiva espansione della nostra rete di centri abitati, ma anche l’oculata amministrazione degli stessi sono le chiavi della gestione di un impero florido e longevo. Rispetto ai precedenti titoli della serie, Civilization III aggiunge alla giocabilità alcuni degli elementi più richiesti, negli anni, dagli appassionati. Il primo e più importante tra questi è il concetto di “cultura”, intesa come la capacità delle città del nostro impero di esercitare un’impalpabile, ma concreta, influenza nei territori intorno a loro. Le dimensioni di tale area crescono con l’importanza della metropoli stessa, e quando le zone di egemonia culturale di due città dello stesso impero si sovrappongono, esse formano una sorta di “macroarea” controllata da quel dominio.
L’estendersi di questo concetto ha come conseguenza la nascita di vaste regioni “culturalmente omogenee” dai confini ben definiti, e che introducono finalmente in Civilization l’idea di “stato nazionale”. àˆ consentito, per esempio, stipulare trattati con le altre civiltà che impediscono alle loro unità di entrare entro i nostri confini, ponendo così fine al problema dell’attraversamento indiscriminato dei territori da parte di unità avversarie, che perseguitava Civilization fin dalla sua prima incarnazione. La cultura ha un impatto anche sulla diplomazia. Nel gioco, ogni civiltà appartiene a uno tra cinque gruppi: greco-romano, amerindio, europeo, orientale o mediorientale. Popolazioni appartenenti allo stesso sistema culturale saranno più tolleranti le une verso le altre, e avranno dei vantaggi nelle relazioni diplomatiche.
L’espansione non violenta, infine, permette anche di assorbire città appartenenti a civiltà diverse, sempre che il nostro livello di cultura si riveli così “superiore” ed evoluto al loro da “schiacciarle”. Tra gli altri miglioramenti si segnalano: una migliore caratterizzazione di ogni civiltà (ora definita da due “tratti storici”, come tendenza all’espansionismo o una particolare inclinazione per la ricerca scientifica); la divisione dei compiti delle unità civili tra lavoratori (capaci di irrigare, scavare miniere, costruire strade e, in generale, modificare il territorio a vantaggio del giocatore) e coloni (il cui scopo è esplorare il mondo e trovare un buon posto ove fondare una nuova città ); unità di barbari più attive e in grado di distruggere i miglioramenti faticosamente realizzati dai lavoratori intorno alle aree urbane.
L’interfaccia utente, inoltre, è stata resa più intuitiva, con la possibilità di gestire tutto attraverso il mouse e di accedere in ogni momento alle informazioni ipertestuali della “Civilopedia” (un trattato che riassume le informazioni sull’intero gioco). Tali miglioramenti, spesso quasi invisibili, ma comunque sempre importanti, rendono l’approccio a Civilization III meno semplicistico di quanto non potrebbe apparire. Giocare bene a questo titolo è sempre stata un’arte, da apprendere nell’arco di numerose partite da chi gli si avvicina per la prima volta, e che andrà in parte imparata di nuovo da coloro che, in passato, ne avevano già padroneggiato le meccaniche.
Comunque, è sempre un’esperienza impegnativa e gratificante per le meningi, e sei livelli di difficoltà garantiscono sfide adeguate per tutti. In definitiva, esistono ben poche ragioni per non raccomandare Civilization III. Non solo agli appassionati di strategia, ma a chiunque sia in cerca di un buon gioco in grado di imbiancare le proprie notti. Probabilmente, il limite principale del programma consiste nel fatto che, rispetto ai capitoli precedenti, ci si aspettava un po’ più di “carne” aggiunta intorno all’ammiraglia di Sid Meier, ma il miglioramento di un prodotto già ottimo resta comunque un titolo ancora migliore. Civilization III non è solo il più coinvolgente gioco di strategia a turni sul mercato, ma una vera e propria esperienza di vita reale “virtuale”!