The Legacy of Kain Series: Soul Reaver 2 PC
Come quando, appena finito di vedere un film al cinema e usciti dalla sala con ancora impresse, stampate nella mente le belle immagini della pellicola, ci vien voglia di vederne subito, immediatamente, seduta stante il naturale prosieguo ed il suo immancabile seguito, così, allo stesso modo, diversi videogiochi producono la medesima sensazione: è il caso di Soul Reaver, che ha regalato a tutti i suoi fan la certezza che il sacrificio del protagonista avrebbe offerto un ottimo spunto per un degno seguito. Il risultato è davanti ai nostri occhi e, a tutta prima, sembra una stupenda versione ampliata e migliorata del primo episodio.
Tutti i punti di forza sono stati mantenuti e affinati, aggiungendo numerosi spunti là  dove si era riscontrata qualche carenza. L’eroe è sempre Raziel, formidabile luogotenente della razza dei vampiri che venne relegato in profondi abissi dal perfido vampiro Kain, geloso dell’abilità  di volare che il nostro beniamino aveva acquisito. Rimase a lungo in quelle misere condizioni, tanto che il suo aspetto si deteriorò in maniera spaventosa, finché gli imperscrutabili disegni di un’Antica Divinità  (che ricorda moltissimo le parvenze di un Grande Antico lovecraftiano) lo resuscitarono. Dalle acque non emerse un vampiro e neppure un umano, ma un demone divoratore di anime! Le avventure che ne seguirono portarono Raziel all’immolazione suprema, per salvare il regno di Nosgoth, rinunciando così alla sua vendetta nei confronti di Kain.
Sono passati secoli da allora e Moebius, un adoratore della divinità  di nostra conoscenza, riporta nel mondo il sempre più adirato (e ne ha tutte le ragioni per esserlo!) Raziel. Durante il suo viaggio, nuovamente animato dalla sete di vendetta, scoprirà  tutti i misteri che si celano dietro le antiche razze che popolarono Nosgoth, e si troverà  a fronteggiare le conseguenze del genocidio dei vampiri e la corruzione dei pilastri che rappresentavano il cuore pulsante di quel regno.
Da una semplice vendetta, il cammino del nostro eroe si trasformerà  in una ricerca suprema, in cui ci sarà  in gioco la sopravvivenza del mondo stesso. In una manciata di parole, è questa la trama di Soul Reaver 2, che si rivelerà  ricca di colpi di scena e di risvolti imprevisti, ampiamente documentati nei numerosi e corposi filmati di intermezzo. à ˆ davvero un piacere guardarli e la ricchezza di espressioni e situazioni appaga le fatiche per giungere fino a quel punto; il susseguirsi degli eventi poi è molto coinvolgente e il ritmo della narrazione è in costante ascesa, tanto che il difetto nel doppiaggio passa facilmente in secondo piano.
L’inizio dell’avventura ci vedrà  resuscitati all’interno di una fortezza, e il nostro primo compito sarà  quello di raggiungere una precisa zona del castello. Familiarizzeremo con l’interfaccia di comando, capendo immediatamente che un joypad rende il controllo molto più semplice e maneggevole rispetto alla tastiera. La primissima parte delle nostre peripezie è, appunto, atta a stimolare per quanto possibile l’assimilazione delle meccaniche fondamentali del gioco, con una serie di combattimenti non troppo impegnativi. I nemici che incontreremo saranno semplici soldati, le cavie perfette per sperimentare i due tipi di attacco ravvicinato possibili, le schivate, i colpi a distanza e altre amenità  del genere. Tutta la sezione dedicata alle battaglie riveste una parte a dir poco preponderante all’interno del gioco e, come tale, è stata forgiata per essere il più accattivante possibile. Durante l’intera avventura, troveremo diversi tipi di armi bianche con cui affrontare gli scontri e numerosi nemici molto diversi tra loro. Cavalieri, vampiri, mostri, mummie, scheletri, ognuno con una sufficiente intelligenza nella conduzione della sua offensiva e con le proprie caratteristiche di attacco e di difesa, abbinate a particolari forze o debolezze. In pratica, una determinata combinazione di colpi, efficace in una situazione, potrebbe rivelarsi infruttuosa in un’altra.
Nei momenti più difficili, ci sarà  concesso di fare ricorso al Soul Reaver, un’invincibile spada entrata in simbiosi col nostro essere. Quest’arma sarà  il fulcro della maggior parte delle missioni in cui dovremo penetrare misteriose costruzioni e trovare il modo di conferire alla spada il potere di tutti gli elementi. L’unica controindicazione all’utilizzo di una simile lama portentosa è la tendenza a divorare le anime delle sue vittime al posto nostro. Appena un avversario cadrà  sotto i colpi, infatti, vedremo liberarsi nell’aria la sua anima sotto forma di sfera luminosa fluttuante e questo avvenimento dovrà  riempirci di gioia, perché saranno proprio simili entità  a costituire il nostro cibo e la nostra mediana. Raziel è, appunto, un demone divoratore di anime e come tale può acquistare energia soltanto attraverso queste ultime; inoltre, esistere nel mondo fisico fiacca la sua resistenza, lentamente e inesorabilmente. La soluzione a tale problema consiste nell’entrare nel mondo spettrale, dove potremo facilmente recuperare energia e compiere meraviglie (come passare attraverso i cancelli sbarrati). La limitazione principale sarà  il non poter interagire con armi, oggetti e porte, senza contare la necessità  di trovare un portale di accesso per tornare nel mondo reale.
Dopo i primi semplici passi a base di combattimenti, cominceremo a saggiare quella che è la struttura dei puzzle presenti in Soul Reaver 2. Dovremo trovare oggetti di varia fattura, che serviranno per attivare un meccanismo, alcuni dei quali addirittura difesi da un guardiano. Oppure ci destreggeremo in suggestivi giochi di specchi per imporre la giusta direzione a un raggio di luce, o magari ci toccherà  violare particolari serrature con il Soul Reaver regolato su un determinato elemento. Nel complesso, siamo di fronte a una profondità  di ben altro spessore rispetto al capostipite di questa serie e, soprattutto, alla caratteristica imprescindibile per il successo di un buon gioco d’azione.
Tecnicamente, è stato fatto un grosso passo in avanti in confronto al passato, raggiungendo una grafica interamente tridimensionale di discreto livello. Alle più alte risoluzioni, si può godere appieno degli accorgimenti che distinguono e vivacizzano gli ambienti. Interni ed esterni sono stati rappresentati con uguale maestria e non potremo che ammirare l’atmosfera di una lugubre palude, così come l’opprimente vastità  di megalitici templi non concepiti da mente umana. Un’ulteriore sorpresa risiede nel fantastico effetto che cambierà  i tratti dello scenario durante il passaggio tra una dimensione e l’altra (denominato tecnicamente “morphing”), rendendo la transizione assolutamente realistica e affascinante. Ha guadagnato moltissimo nell’aspetto anche Raziel, per il quale sono stati impiegati ben cinquecento poligoni e un’attenzione esponenzialmente maggiore in tutta la parte che riguarda le animazioni.
Ogni sua singola azione è un susseguirsi di movimenti fluidi ed armoniosi, capaci di rendere il nostro divoratore di anime quasi reale. In questo mare di pregi, non può mancare qualche increspatura, ma si tratta solo di alcuni poligoni dello scenario “spensierati ed anarchici”, che in situazioni concitate assumono fattezze e proporzioni non proprio impeccabili. Di ben altra entità  è, invece, la ricorrente inadeguatezza del sistema di telecamere in diverse situazioni, che vanno dai combattimenti in cui il cambio di inquadratura spiazza non poco, ai cambi radicali di direzione del personaggio, cui la prospettiva si adegua con un marcato ritardo. Difetti tecnici a parte, il tema portante di Soul Reaver 2 è, senza dubbio, l’approfondimento di tutti gli aspetti affrontati marginalmente nel suo predecessore e che meritavano una maggiore attenzione. Il risultato di un simile sforzo rende giustizia a un gioco d’azione che si propone come un titolo ben riuscito e collocabile tra i migliori prodotti del genere usciti negli ultimi cinque anni.
Un vero peccato che la conversione per computer porti con sé un’eredità  popolata di imperfezioni che, alla lunga, finiscono col penalizzare lievemente il giudizio complessivo. Ciononostante, rimane pur sempre un buon gioco, valido ed appagante, seppur difficile, impegnativo e marcatamente ormai datato!