Counter Strike e la street art
Secondo voi è possibile coadiuvare quella che è una nuova arte con i videogiochi? Se prima noi stessi avremmo pensato di no, adesso in tutta sincerità non ne siamo poi così tanto sicuri. In primo luogo vediamo quali sono i soggetti principali del nostro articolo: si parla della Street Art un fenomeno sociale che sta dilagando sempre di più in questo periodo specie in America. Avete presente, ad esempio, quando girovagando tra i muri delle nostre città vi trovate la famigerata Emily the strange? Ebbene, quella bimba fa parte della corrente che stiamo adesso citando.
La street art crea dunque numerosi personaggi che poi vengono “spruzzati” sui muri come delle specie di nuovi murales. Se però il fenomeno dei murales è in qualche modo isolato in quanto ciascun artista crea in buona sostanza ciò che gli pare, nel caso della street art non avviene nulla di tutto questo in quanto tale arte è capitanata da uno vero e proprio sito internet che si chiama We Make Money Not Art (il titolo è tutto un dire). Questo gruppo di persone ha quindi pensato bene di rendere ancora più famosa la loro “non arte” tramite un veicolo molto conosciuto come, per l’appunto il mondo videoulico.
Tra i vari giochi disponibili sul mercato We Make Money Not Art ha deciso di prendere come “bersaglio” Counter Strike Source, un gioco di shoot em up in prima persona piuttosto famoso anche qui in Italia. In pratica è stato distribuito una sorta di mod con il quale alcuni dei muri del gioco saranno dipinti da questa nuova forma d’arte. Il giocatore potrà poi distruggere il muro ed acquisire quella stessa immagine nel proprio profilo. Nonostante ciò che dicono molti detrattori su questa forma d’arte e cioè che non dovrebbe esistere nella Real Life, noi la troviamo sempre e comunque molto affascinante ed interessante.
Ad esempio, abbiamo letto in alcuni blog di persone che non appena vedono un disegno in Street Art in giro per la strada lo segnalano alla polizia o chi di dovere. Per noi la Street Art è un qualcosa che rispecchia al pieno i nostri tempi e ci dovremmo piuttosto chiedere come mai un gruppo di veri e propri artisti emergenti sia costretto a rifugiarsi nella vita virtuale di un gioco come Counter Strike Source per potersi mostrare al pubblico. Se imparassimo ad accettare le novità potremmo anche ampliare i nostri orizzonti di conoscenza.
