Devil May Cry 3: prime impressioni
Ineffabile, veloce, letale ed anche molto stilish si è sempre presentato così il grande eroe della saga neo nata di Devil May Cry, adesso giunta al terzo attesissimo capitolo. In effetti ciò che è sempre stato buona in questo videogioco è la grande capacità di unire numerosi generi diversi, scelte stilistiche azzeccate ed elementi che vanno molto di moda in questo periodo. Durante tutto quanto l’excursus, se così lo si può definire, di questa saga abbiamo visto alti e bassi con un secondo capitolo che a detta di molti è stato molto deludente. Noi preferiremmo non entrare molto in merito a questioni puramente soggettive e ci vorremmo altresì concentrare su quelle che sono le nostre prime impressioni in merito al terzo ed ultimo (per ora) capitolo della saga.
Stiamo ovviamente parlando del bellissimo Devil May Cry 3 che pare volersi imporre sul mercato come miglior gioco di azione di tipo pseudo gotico per console Sony. Per prima cosa diamo uno sguardo al protagonista che si riconferma ancora una volta (e per fortuna aggiungeremmo) il mitico Dante che è il tipico ragazzo coperto da turbe e da problemi di identità di fatti egli è per metà un essere umano e per metà un demone. Se questa scelta potrebbe risultare essere un po troppo inflazionata noi non ci possiamo certo esimere dallo specificare che comunque sia mai come in questo videogioco così oscuro funziona alla perfezione.
Diamo ora una rapida occhiata al posizionamento temporale di questo Devil May Cry 3; già perché dovete sapere che tutti i capitoli della saga non seguono un ordine temporale ben definito. Gli autori, di fatti, si divertono a saltare di palo in frasca andando a sottolineare questo o quell altro aspetto della vita del nostro Dante. Ad esempio in questo caso ci troviamo di fronte ad un Dante molto giovane, quasi un ragazzo e questo perché tale capitolo si posiziona qualche anno addietro rispetto al primo capitolo. Ci è parso davvero molto interessante analizzare il diverso tipo di comportamento che questo giovane tiene da Devil May Cry 3 agli altri due capitolo della saga. Ad esempio, nel caso del secondo capitolo Dante è ormai un uomo ed ha un atteggiamento quasi freddo e distaccato, nonché molto calcolatore.
Nel caso, invece, di Dante di Devil May Cry 3, abbiamo un ragazzo molto più dinamico, emotivo, impulsivo e questo in tutta sincerità ci ha molto affascinati forse perché il mercato dei videogiochi è ormai saturo di super eroi perfettini. A colpirci di questo gioco è anche tutto quanto il compartimento grafico che ha raggiunto livelli davvero impeccabili di perfezione assoluta. In particolare siamo rimasti estasiati davanti ai vari Full Motion Video realizzati in computer grafica dove la regia punta tutta sulla azione, sul dinamismo e su scene molto stilish con pose corporee dei personaggi messe lì solo per fare scene. Questo ultimo aspetto è stato pesantemente criticato da molti in quanto non si armonizzerebbe con il resto del gioco. Per noi, invece, è un modo che Devil May Cry 3 ha per imporsi maggiormente sul pubblico.
E ci sta riuscendo alla grande!