Vita Vera o Vita da Videogioco?
Abbiamo ottenuto la notizia leggendo un portale americano dedicato ai videogiochi il quale a sua volta aveva ricavato l’articolo direttamente dall’ANSA. Dal momento che questo stesso articolo riguarda il mondo videoulico abbiamo deciso di parlarne qui perché siamo sempre stati molto sensibili ad argomenti che in qualche modo si collegano alla vita reale in quanto siamo più che certi che gran parte di ciò che vediamo nei nostri giochi non sia altro che una trasposizione virtuale delle nostre paure, dei nostri timori e dei continui sviluppi della nostra società  .
La notizia parlava, nello specifico, di una inchiesta condotta a Nagasaki, in Giappone. In pratica si è chiesto a dei bambini delle scuole elementari e medie che cosa ne pensassero della morte. Straordinariamente il quindici per cento di questi bimbi ha trovato una spiegazione a questo fenomeno umano appigliandosi al mondo dei videogiochi. Dopo la morte si rinasce, secondo questi piccoli. Più nello specifico circa il sette per cento di questo gruppo ha dichiarato che non esiste poi una grande differenza tra la morte in un videogioco e la morte nella vita reale.
Il sondaggio si è poi esteso anche a dei licei, ma nonostante tutto questo ha ottenuto più o meno i medesimi risultati sinonimo questo che i videogiochi hanno influenzato le menti di almeno un paio di generazioni se non di più. Ancora: secondo alcuni ragazzini nel momento stesso in cui si muore si ritorna a fare più o meno quello che si faceva prima. Ciascun essere vivente è infatti dotato di varie vite con le quali poter procedere il più possibile. Solo quando queste vite saranno esaurite avverrà  il così detto Game Over. Nonostante la puerilità  della questione, questa teoria ha comunque un suo fascino.
Permetterebbe, di fatti, di spiegare misteri a lungo dibattuti anche in maniera controversa come le Realtà  Alternative o Parallele. Forse è vero che noi muoriamo, ma forse non rinasciamo come un altro “personaggio”: semplicemente torniamo ad essere noi in un altro universo. Oltre a questo il giovane popolo giapponese ha dimostrato essere molto maturo (forse più maturo di noi) portando esempi pratici di questa stessa teoria come la clonazione con la quale il nostro corpo avrebbe vite infinite e quindi potrebbe continuare a seguire i medesimi scopi per tutta l’eternità  e rendendo oggettivamente vero questo pensiero.