Monkey Island: grazie alla homebrew Scumm VM disponibile anche per PSP

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In passato vi abbiamo già  parlato di questo videogioco davvero molto interessante e divertente. Dal momento che il titolo in questione fode di un discreto successo abbiamo deciso di riproporre qualche notizia generica su di esso per poi parlare più nel dettaglio di questa succulenta novità . Per prima cosa vediamo meglio in che cosa consiste Monkey Island. In pratica si tratta di un gioco della Lucas Arts, una delle poche software house occidentali che abbiamo da sempre apprezzato. Come si suol dire, è stato amore a prima vista, ma non con Monkey Island di per sè, quanto con Maniac Mansion, un gioco dove si doveva entrare in una casa abitata da persone molto strane, quasi possedute dalla potenza di una devastante forma aliena che hanno rapito la ragazza del protagonista. Un concept semplice per una struttura piena di genialità .

Più o meno vale la stessa cosa per Monkey Island dove il nostro eroe, finito su una misteriosa isola, ne deve carpire tutti quanti i segreti e giostrarsi tra mostri e personaggi strambi (anche qui). Naturalmente la struttura del gemplay è rimasta più o meno la stessa identica e a noi ci va bene così. Si tratta, di fatti, del tipico setting da avventura testuale laddove il nostro eroe si muove unicamente grazie alle vostre indicazioni. Ad esempio, se lo volete spostare da un punto all altro su PC dovevate muovere il mouse. Stessa cosa vale per le azioni. Sono tante e sono tutte presenti in una barra nera in basso dello schermo. Vi accorgerete subito che sono una serie di comandi con verbi all infinito.

In Monkey Island, ad esempio, se volete prendere, tanto per dirne una, una banana che sta per terra, dovrete prima selezionare la voce prendere e poi indicare la banana. Si tratta forse di una operazione un po troppo lunga e macchinosa al giorno d oggi, ma vi possiamo assicurare che un tempo le cose non stavano affatto in questo modo. In ogni caso Monkey Island, come tutte le grandissime perle della Lucas Arts non ha perso affatto il suo smalto e continua ad essere apprezzato da molti, di fatti, come possiamo vedere oggi, pare che sia stata rilasciata una speciale homebrew per Sony PSP che consentirebbe di potersi gustare sulla propria console questo piccolo grande capolavoro.

Per tutto ciò dobbiamo ringraziare solo Scumm VM, un gruppo che si è sempre interessato alla questione di Monkey Island, come pure di tutti quanti i titoli della Lucas Arts. Già  questo gruppo, in precedenza, si era mostrato decisamente molto attento a questi porting e di fatti aveva lanciato una serie di programmi che facevano funzionare i titoli che abbiamo citato sopra sui più disparati dispositivi portatili di ultima generazione quali, ad esempio, Smart Phone, Palmare, e molti altri ancora compreso il Nintendo DS che, con la sua funzionalità  Touch Screen con pennino pare essere il candidato ideale per il porting di Monkey Island. In ogni caso fateci sapere se riuscite ad installarlo. Le istruzioni le trovate nel sito di Scumm VM.

Questo articolo ha un commento

  1. Mindy

    La ctvaita coscienza del mondo occidentale pari solo alla sua ipocrisia.Circa due anni fa Gheddafi parlava alla Sapienza, dove al Papa fu impedito.Tutte le banche del “mondo libero” erano pieni dei suoi soldi e non facevano schifo.La Libia fu tra i membri non permanenti nel Consiglio di sicurezza dell’ONU nel 2008 e nel 2009 (!!). Dal 2009 al 2010 Gheddafi fu presidente dell’Unione Africana.C’ davvero qualcosa di sorprendente nel processo che in meno di due anni ha portato quest’uomo ad essere il mostro da snidare persino nei tombini, dopo aver bombardato la sua nazione, che giustamente Andrea Tornielli ha ricordato meglio messa di molte nazioni europee. C’ davvero qualcosa di nauseante nella “giustizia” di questo mondo, specie nelle sue rappresentazioni franco-anglo-statunitensi, cos moralistiche quando c’ da stigmatizzare le malefatte altrui. Pi nauseanti ancora sono certi politicanti nostrani, che ai tempi di Bush riempivano di colori i balconi; o altri che non coloravano i balconi, ma commerciavano con la salma che oggi fa da capro espiatorio, illudendo uno stuolo di pocriti di aver reso il mondo un po’ migliore, evitando troppi processi e di ascoltare qualche verit troppo dura da far digerire persino ad un popolo confuso come quello del nostro mondo manipolato. Cos torno a don Giuseppe: lui era l, nella sua periferia, a predicare il vangelo. Con i suoi limiti e fragilit, nel disinteresse dei potenti. Confessava chi rubava, tradiva, bestemmiava. La bestemmia pi grande di un mondo idolatra pu essere persino quella di dire “credo in Dio”, come c’ scritto sui soldi… “Io” il soggetto, “credo” l’azione, “Dio” soltanto un complemento… La bestemmia di credersi pi importanti di Dio manifesta in certe pretese bombardiere e nelle esecuzioni sommarie. Persino di chi si fosse macchiato di un delitto. Ma quanto ipocrita credenza nel mondo occidentale, che sotto la dittatura del relativismo ed idolatra il nulla o i soldi.Don Giuseppe invece sapeva che “Dio crea me”, “Dio ama me”. Io sono un nulla, che esiste perch pensato da Dio, che mi vuole salvare, se la mia volont lo accetta.Noi siamo dei terminali di doni e di grazie, compresa la fede: o la accogliamo oppure no. Invece c’ chi si crede lui “padreterno” e ricolma di bombe i non allineati.Un commento a quel che scrive Mattia: certi insegnanti di seminario ai tempi in cui studiava Don Giuseppe non c’erano. C’ da augurarsi che si facciano da parte. Anche loro bestemmiano, tradiscono e rubano: perch non sono poveri in spirito, e si sono appropriati di una clava che brandiscono (il CVII) senza carit e molta ignoranza, contro giovanissimi ed ultraottantenni. A loro modo difendono un “sistema”, come le bombe scaricate chi l’ipocrisia bombardiera ritiene peggiori del nostro. Il possesso, l’essere avvinghiati alle cose, la presunzione di dire “io credo in Dio”, come se il centro fossimo noi, la radice della mancanza di elemosina. Non c’ vero digiuno. Ne’ vera preghiera (che non dire a Dio quel che dovrebbe fare, ma accettare noi la Sua volont, come dono, come grazia, come abbandono filiale ai comandamenti, di cui il quinto un inequivocabile non uccidere). Rimane soltanto l’idolo. Vano.

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