Harry Potter e la Pietra Filosofale
Personal Computer Game
Magia. Questa è la parola che caratterizza la vita di Harry Potter. Proprio quando sembra condannato ad una vita da Cenerentola dei nostri giorni, infatti, il bambino scopre di appartenere ad un mondo che non ha nulla a che vedere con la quotidianità che tutti conosciamo. Un universo fatto di incantesimi e terribili stregoni assetati di potere.
àˆ difficile restare immuni alla PotterMania, forse proprio perché i confini “favolosi” delle vicende del giovane maghetto travalicano la semplice pagina scritta, portando con loro la storia di una signora che scriveva racconti per suo figlio e che, baciata dal successo, ha visto diventare i suoi lavori il racconto della buona notte preferito dai bambini (e non solo) di un centinaio di Paesi nel mondo. L’incoronazione ufficiale a fenomeno di massa contemporaneo è quindi arrivata in men che non si dica, e Harry ha fatto il suo trionfale ingresso nella fabbrica dei sogni di Hollywood. Al debutto su celluloide è seguita, naturalmente, la consueta pioggia di gadget, dai peluche ai cerotti, dalle figurine ai videogiochi.
Per quanto riguarda quest’ultimo ambito, Harry Potter si è incarnato in un gioco di piattaforme. Un’idea buona come un’altra per trasporre le peripezie del ragazzino e dei suoi amichetti all’interno della scuola di magia di Hogwarts, almeno nella versione “fast food” offerta dal film. Nei panni di Harry dovremo aggirarci per i saloni stregati dell’accademia, apprendendo incantesimi e affrontando ricerche di ogni tipo per i nostri professori e amici. A titolo di esempio, ci capiterà di salvare una pianta incantata per conto dell’insegnante di erbologia Miss Sprite, o cercare negli spettrali sotterranei gli ingredienti alchemici necessari alle pozioni del sinistro professor Piton. Le nostre avventure ci vedranno esplorare anche i giardini dell’ateneo, per raggiungere il guardiacaccia Hagrid ed aiutarlo ad accudire il cucciolo di drago Norberto, al cui svezzamento saranno indispensabili i semi di fuoco nascosti nelle grotte del parco.
I nostri rapporti scolastici non si limiteranno, però, ai professori. Altrettanto importanti saranno le sezioni dedicate ai coetanei, con gli scontri burrascosi e le rivalità nei confronti della “casa” di Serpeverde, capitanata dal perfido Draco Malfoy, e gli scambi di gelatine Tuttigusti + 1 con i gemelli Wesley (i fratelli di Ron, l’amico del cuore di Harry). Capiterà , infatti, di dover strappare dalle mani di Malfoy un oggetto magico appartenente al povero compagno di classe Neville Paciock (la ricordella), nel corso di un inseguimento all’ultimo spintone a bordo della nostra scopa volante. Insomma, l’ambientazione che fa da sfondo al ciclo dei libri è stata resa nel gioco in maniera sufficientemente completa.
Non manca la competizione tra le quattro case (Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero), a base di punti attribuiti dai professori in seguito ai successi ottenuti dagli alunni nelle varie materie, cui parteciperemo attivamente raggiungendo gli obiettivi che ci verranno prefissati o riuscendo ad imparare in maniera corretta gli incantesimi, né la collezione delle figurine dei maghi e delle streghe famosi, che raccoglieremo nel corso delle nostre traversie o ci verranno regalate come premio, e non è assente neppure il torneo di Quidditch, l’equivalente del calcio per il mondo dei maghi.
Dove Harry Potter e la Pietra Filosofale incontra un limite, è nella struttura del gioco in sé. Il nostro piccolo protagonista dovrà , come è facile intuire visto il genere, affrontare ogni schermo sfruttando la propria abilità di saltare e lanciare incantesimi. Non aspettiamoci, però, che il divertimento si spinga oltre. Gli enigmi che dovrebbero inserirsi tra un balzo e l’altro sono, infatti, molto semplici. Basterà puntare con la bacchetta magica su un muro o una libreria per utilizzare l’incantesimo adatto a rivelare una porta segreta (ammesso di conoscere quello giusto, in caso contrario, il livello non richiederà una tale dimostrazione delle nostre capacità prodigiose). Non esiste, quindi, libertà di decidere quale magia usare e, dopo un po’ di livelli, il passatempo si risolverà in una ripetizione di stregonerie per far scattare meccanismi e serrature, o per paralizzare qualche creatura fatata e dispettosa, decisa a farci perdere energia o caramelle.
Le eccezioni a questa regola si contano sulla punta delle dita: qualche nemico particolarmente ostico (quali il pestifero poltergeist Pix, che apparirà come incontro in alcuni livelli, e il terribile mostro del bagno delle ragazze, che ci costringerà ad una corsa frenetica coi controlli di gioco invertiti), o le partite di Quidditch, nelle quali dovremo dar prova di essere eccezionali piloti di scopa volante, cacciando il velocissimo boccino d’oro. Proprio le evoluzioni sportive del giovane Potter si rivelano come un gioco nel gioco, tanto che nel menu principale saremo in grado di scegliere se disputare una partita o prendere qualche lezione di volo aggiuntiva, così da non sfigurare nel corso delle sfide che si alterneranno durante lo svolgimento della trama principale. Anche il Quidditch, però, si dimostra alla lunga sempre simile a se stesso, confermando l’impressione di un titolo concepito per un pubblico giovanissimo, che in alcuni casi (come il Quidditch, appunto) può tenere incollata allo schermo tutta la famiglia, al fine di portare a termine un’impresa che richiederebbe più di due mani sulla tastiera e sul mouse.
A rendere ancora più appetibile per i giocatori meno smaliziati questa “indigestione di cioccolato” sotto forma di videogioco, c’è un impatto grafico di tutto rispetto, con ambientazioni dettagliate ed evocative delle atmosfere cinematografiche, personaggi dai movimenti fluidi e filmati realizzati con la grafica di gioco, che scandiscono il ritmo delle nostre avventure in maniera gradevole (nonostante l’assenza del movimento labiale dei protagonisti crei una sensazione un po’ innaturale). Anche la colonna sonora si dimostra adeguata, con un buon numero di temi a sottolineare i momenti più misteriosi o frenetici del gioco, così come la traduzione nella nostra lingua dei dialoghi di ogni personaggio che si incontra nei corridoi di Hogwarts.
Il sistema di controllo, poi, è tutt’altro che complesso, non privo di aiuti (come l’opzione di salto automatico) e completamente configurabile secondo le esigenze. Persino il sistema di salvataggio, fondato su una serie di appositi libri posizionati strategicamente lungo i livelli, è concepito in modo da riprendere la partita quasi sempre in prossimità dei punti cruciali del gioco. Tirando le somme, quindi, siamo di fronte ad un titolo che sarebbe bene valutare con due differenti metri. Ai giocatori più giovani Harry Potter e la Pietra Filosofale assicura ore di sicuro divertimento, grazie ad una pozione a base di trabocchetti ed incantesimi sapientemente misurata sulle loro esigenze.
Per quei babbani che, invece, hanno lasciato alle spalle da tempo l’età della meraviglia facile (pur senza smettere di credere alle favole!), lo spasso sarà abbastanza limitato e presto sembrerà di muoversi all’interno della versione a colori pastello del film ” II Villaggio dei Dannati”, condita di orridi fanciulli intenzionati a farvi la pelle! Bello sì, ma non per tutti!