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Tom Clancy’s Rainbow Six 3: Raven Shield – Ubi Soft Games – Red Storm Entertainment – Ubi Soft Games

Copertina

E’ facile credere che non ci fosse appassionato che non aspettasse con ansia un rinnovamento estetico della serie Rainbow Six. Le attese sono finite e, senza dubbio, Raven Shield è in grado di soddisfare gli utenti più esigenti, grazie all’uso del sistema grafico di Unreal, versione aggiornata beninteso, capace di raffigurare, con grande cura e ricchezza di particolari, le avventure dei prodi membri della squadra antiterrorismo delle Nazioni Unite partorita dalla prolifica penna di Tom Clancy. A questo punto, però, è opportuno fare un passo indietro, a beneficio di chi non si è mai cimentato con il duro mestiere dell’operatore di polizia altamente specializzato.

Rainbow Six, nelle sue innumerevoli incarnazioni, ci vede indossare i panni di un appartenente al primo e unico team dell’ONU addestrato per missioni a rischio elevato. L’ambientazione è lievemente spostata nel futuro. La parte dedicata all’azione vera e propria si svolge in prima persona, con il supporto di un numero variabile di altri agenti. Una delle caratteristiche più originali della serie consiste nel processo approfondito di pianificazione della missione, che ci consente di scegliere armi ed equipaggiamento di ogni singolo partecipante e, soprattutto, di stabilire minuziosamente i movimenti degli uomini. Nessun altro titolo, fino ad ora, ha tentato di riproporre questa miscela che, pertanto, rimane una specie di marchio di fabbrica di Rainbow Six.

Tom Clancy's Rainbow Six 3: Raven Shield - Ubi Soft Games - Red Storm Entertainment - Ubi Soft Games

Passiamo al ricco paniere offertoci da Raven Shield. La struttura di gioco, come è facile intuire, non è cambiata e prosegue la tradizionale alternanza descritta sopra. Occorre chiarire subito che non è indispensabile spremersi le meningi sullo schema di intervento, giacché non solo possiamo seguire quanto proposto al riguardo dal gioco, usualmente funzionale e improntato all’efficienza, ma è altresì consentito prendere le redini di una sola squadra, per poi improvvisare sul campo. Nella grande maggioranza dei casi, quest’ultima scelta è consigliata solo agli esperti e a chi voglia un maggior livello di difficoltà .

La trama, che si svolge lungo l’arco di 15 missioni, prende avvio dal passato, per la precisione nel lontano 1945, quando il nazismo stava per incontrare la propria fine. Insomma, Raven Shield, per non scontentare nessuno e, forse, per non incorrere in qualcosa di più pericoloso di qualche lamentela, ci ripropone i cattivi per eccellenza, ovvero i seguaci di Hitler. Il filmato d’apertura, realizzato impeccabilmente, ci illustra per sommi capi le mosse iniziali della storia, per poi proiettarci nell’operazione.

Il nostro compito è piuttosto semplice: eliminare dei malviventi, appartenenti a un’organizzazione paramilitare di estrema destra che, dopo essersi asserragliati in una raffineria di petrolio venezuelana, minacciano il disastro. Gli antefatti, qualche commento sulla situazione e una breve analisi tattica della vicenda ci vengono presentati dal “Controllo”, John Clark e Kevin Sweeney, che gli appassionati ricorderanno dagli episodi passati. Con la prima schermata, se mai fossero rimasti dei dubbi, Raven Shield ci fa capire che qualche cosa è cambiato. Mentre ascoltiamo il briefing, tradotto anch’esso in italiano per la gioia di chi non mastica l’inglese, su una porzione della schermata compare una mappa della zona, in puro stile “tecno-thriller”, comprensiva di foto satellitari.

Con l’acquolina in bocca per l’anticipazione, ci spostiamo alla selezione dei componenti delle squadre e del loro equipaggiamento. Chi non disdegna le armi ha modo di sbizzarrirsi: l’arsenale a nostra disposizione è decisamente nutrito e comprende pistole, mitragliette, fucili d’assalto, da cecchinaggio e, per chi non si accontenta, anche le mitragliatrici di squadra.

Gustosa l’opzione relativa agli “optional”: tutti i modelli offerti hanno la possibilità  di montare un accessorio, che va dai caricatori a capienza maggiorata, ai soppressori di suono. Non bisogna soffermarsi troppo sul realismo, comunque superiore alla stragrande maggioranza dei concorrenti, giacché, per esempio, non si vede per quale motivo non si possa disporre di ottica e di caricatore maggiorato nella stessa arma. In ogni modo, è chiaro che si tratta del classico “pelo nell’uovo”, che non modifica minimamente il divertimento.

I complimenti, invece, vanno alle schede tecniche delle armi. Oltre a una descrizione testuale, infatti, ogni pezzo possiede dei valori differenti relativi a “Distanza”, “Danno”, “Precisione”, “Stabilità ” e “Ripresa”, estremamente utili per scegliere l’attrezzo più adatto in ogni situazione. Dopo aver rifornito i nostri fortunati soldati con il meglio che la tecnologia possa metterci a disposizione, non ci resta che esaminare il piano proposto dall’Intelligenza Artificiale.

Va ricordato nuovamente che, se non vogliamo preoccuparci delle altre squadre, ne possiamo prendere una sola e avventurarci con un appoggio ridotto sul campo. àˆ una scelta coraggiosa, per non dire suicida, ma sicuramente in grado di stuzzicare i giocatori più agguerriti. Tornando alla pianificazione, ci è consentito modificare completamente lo schema proposto, oppure crearne uno nuovo. Gli ordini che impartiamo in questa fase sono sufficientemente esaustivi e comprendono, per esempio, le regole di ingaggio (quando sparare, in parole povere) e l’imposizione di codici precedenti a ulteriori avanzamenti, sorta di cancelli per far sì che i diversi team si spostino contemporaneamente.

Chi si è già  confrontato con la serie non avrà  difficoltà  a riconoscere i comandi. Per i più pazienti, questo aspetto di Raven Shield è molto stimolante e moltiplica notevolmente la longevità : su ogni livello eserciteremo la nostra fantasia o l’acume tattico, snellendo le squadre o incrementandone il dinamismo. Giungiamo, finalmente, al momento di piazzare il dito sul grilletto o meglio, sul tasto sinistro del mouse. Per amor di chiarezza, è bene garantire che la spiegazione scritta dei passaggi precedenti è molto più lunga di quanto non avvenga effettivamente sullo schermo. La prima cosa che colpisce è la presenza del modello dell’arma prescelta tra le nostre mani, assente quasi ingiustificata nelle puntate precedenti. Subito dopo, è il turno della grafica.

Tom Clancy's Rainbow Six 3: Raven Shield - Ubi Soft Games - Red Storm Entertainment - Ubi Soft Games

Rispetto al passato non c’è paragone e probabilmente solo Splinter Cell è in grado di offrire atmosfere più suggestive. A questo gioco non manca nulla: ombre, luci, dettagli degli oggetti e texture credibili. Anche le animazioni non sfigurano, a parte forse qualche contorsione eccessiva nelle posture dei cadaveri. Un altro punto a favore di Raven Shield arriva dalle mappe, realizzate ispirandosi ad ambienti reali. La vastità  delle stesse le rende perfette per il multiplayer, visto il numero di anfratti, postazioni coperte e stanze, un po’ trascurate nella campagna per il giocatore singolo. Quasi tutti i livelli offrono alternanza di spazi chiusi e aperti, così da dare la massima libertà  alle partite in Rete.

Non si può non notare con piacere che le migliorie non si limitano all’estetica, toccando anche la giocabilità . La postura con cui avanziamo, per esempio, influenza la precisione del tiro e la visibilità  e muoversi accucciati riduce lievemente le probabilità  di essere colpiti, oltre a incrementare la stabilità  della propria arma. Anche la velocità  di spostamento modifica sensibilmente la nostra accuratezza nel fuoco, soprattutto selezionando la raffica libera. Insomma, da un lato l’occhio ottiene la sua parte, dall’altro la qualità  complessiva dell’azione ne trae beneficio. Lo stesso per quanto riguarda il sonoro. Tutti gli effetti e i rumori sono realistici e credibili, accompagnati, tra l’altro, da una colonna sonora perfettamente in linea con l’ambientazione.

L’unico difetto di una certa rilevanza rimane confinato all’Intelligenza Artificiale. Certo, in un titolo come Raven Shield potrebbe non essere poco, considerato quanto siano importanti i nostri commilitoni, ma, d’altra parte, una vera rivoluzione in questo settore pare sia ancora di là  da venire.

Le manchevolezze tattiche dei vari team lasciati a se stessi, tra l’altro, risaltano molto di più di quelle dei terroristi. Gli avversari, infatti, si limitano a reagire alle nostre azioni, mentre, in teoria, i membri della Rainbow Six controllati dal computer dovrebbero muoversi con maggior creatività . L’esempio più evidente è dato dall’elevato numero di perdite che subiremo in quasi tutti i livelli. àˆ accettabile e verosimile che un’azione difficilmente si concluda senza feriti, ma assistere alla decimazione dei propri commilitoni risulta quantomeno un po’ esagerato, soprattutto nel momento in cui, dall’altra parte, non esiste una resistenza organizzata. La possibilità  di redigere il piano d’attacco copre solo parzialmente queste pecche e, in molte missioni, è opportuno spostarsi tra le squadre per condurle personalmente nei momenti più difficili. Il controllo degli agenti è comunque piuttosto semplice, grazie all’introduzione di una nuova interfaccia, estremamente intuitiva. Secondo la situazione in cui ci troviamo, per esempio di fronte a una porta, abbiamo modo di accedere a una “rosa” di comandi differenti, che compare nel centro dello schermo. Gli ordini includono l’impiego di granate, esplosivi o modalità  differenti di ingresso. Insomma, c’è tutto quello di cui abbiamo bisogno.

Sotto questo aspetto, Raven Shield si avvicina a quanto realizzato nella serie SWAT, pur non raggiungendone la completezza, e consente di muovere la squadra con precisione, senza esporci troppo.

In conclusione, quest’ennesimo capitolo nella serie Rainbow Six, sebbene mantenga la continuità  nello spirito originale e nella struttura di gioco, apporta non poche migliorie, praticamente sotto tutti i punti di vista. A questo punto bisogna esser certi che, se gli scorsi episodi hanno riscosso un meritato successo, Raven Shield non sarà  da meno e, anzi, possiede tutte le qualità  per attirare nuovi giocatori nel pericoloso mondo delle operazioni speciali. Uno degli episodi più riusciti!

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