Tutto cellulari: un apparecchio divenuto tra i principali nella nostra giornata, ma da dove deriva? Ecco a voi un po’ di storia …

Nel 1971 la Bell Telephone introduce il concetto di sistema cellulare, basato sulla suddivisione dell’intero spazio geografico coperto dal sistema in piccole aree denominate celle, al cui interno è collocata un’opportuna stazione ricetrasmittente che si occupa di gestire le comunicazioni con le stazioni mobili delle celle adiacenti; ogni stazione dell’impianto, deve essere in grado di gestire i cambiamenti di cella, qualora l’utente passasse da una cella all’altra, effetto dovuto al suo spostamento geografico. Il sistema cellulare consente di aumentare il numero di comunicazioni simultanee all’interno dell’area di copertura dell’impianto e, quindi, il numero di utenti.

LA PRIMA GENERAZIONE DI RETI WIRELESS (ANALOGICA)
Il primo standard di rete cellulare che ha reso possibile la diffusione di massa dei dispositivi mobili è stato, a partire dai primi anni ottanta, il cosiddetto Total Access Cellular System (TACS), un sistema di comunicazione mobile, di tipo analogico, che consente di veicolare esclusivamente il traffico voce. Ma l’esigenza di mobilità  di un numero sempre più elevato di utenti e le incompatibilità  tra le normative analogiche a livello europeo, hanno reso d’obbligo il passaggio a una modalità  di trasmissione di tipo digitale.

LA SECONDA GENERAZIONE: IL GSM (DIGITALE)
Il passaggio al digitale introduce nuove opportunità , quali una migliore qualità  della trasmissione, una più ampia copertura in termini di utenze, una maggiore riservatezza delle comunicazioni e, soprattutto, la possibilità  di integrare segnali di natura differente (dati e voce). La definizione di un unico standard di comunicazione ha vosì garantito la piena compatibilità  dei dispositivi mobili cellulari impiegati all’interno di una comunità  di Paesi aderenti grazie al concetto di roaming, oltre a consentire la diffusione dello stesso sistema GSM ben al di là  dei confini dell’Europa occidentale, area per cui era stato inizialmente concepito.

Rispetto la prima fase analogica, il digitale ha introdotto un concetto innovativo: all’interno di ciascun cellulare trova oggi collocazione una piccola carta con microprocessore, o smart card, denominata “SIM card”, che garantisce la mobilità . La SIM all’inizio era utilizzata solamente per usufruire del servizio vocale, ma poi ha subito un processo di evoluzione, in particolare si sono delineate delle funzionalità  più complete per la carta SIM, con lo scopo di attirare il maggior numero di clienti verso il proprio gestore telefonico.

Un esempio di applicazione nata e cresciuta nell’era GSM è l’SMS (Short Message Service) e la sua evoluzione, gli MMS (Multimedia Message Service), cioè la possibilità  di inviare tramite cellulare, oltre a brevi testi, anche messaggi vocali, foto, video e musica. Questo porta a concepire le SIM tecnologicamente migliori, dotate di maggiori capacità  di memoria per l’archiviazione dei dati trasmessi.

TRA LA SECONDA E LA TERZA GENERAZIONE: HSCSD, GPRS ed EDGE
Il sistema di comunicazione GSM, basato sulla “comunicazione di circuito”, consente di assegnare a ciascun utente un determinato canale radio per tutta la durata della comunicazione; ciò è adeguato per veicolare il traffico voce, ma presenta dei limiti quando si deve supportare anche il traffico dati. Allo scopo di superare questa restrizione tecnica, si è cercato di concepire dei servizi più evoluti rispetto al GSM.
Innanzitutto l’HSCSD, servizio lanciato nel 1999 da Orange ed E-Plus, è un sistema di comunicazione che è capace di estendere la velocità  di trasmissione dei dati e rappresenta il punto di contatto tra il GSM e il GPRS, cioè il General Packet Radio Service. Infine l’EDGE, Enhanced Data rates for Global Evolution, costituisce un potenziamento della rete GPRS ed è l’ultimo passo in vista delle tecnologie di terza generazione, UMTS.

LA TERZA GENERAZIONE E LA BANDA LARGA: IMT-2000 e UMTS
Oggi, parlare di terza generazione significa fare riferimento a innovativi sistemi di comunicazione in grado di conciliare la mobilità  dell’utente con la crescente esigenza di multimedialità . Il progetto IMT-2000, si configura come una famiglia di sistemi differenti, tra cui la soluzione europea UMTS; tra qualche anni questo sistema dovrebbe consentire la completa erogazione, nell’ipotesi di raggiungimento della velocità  di trasmissione dati pari a 2 Mbps, di servizi multimediali a banda larga all’interno di un ambiente altamente integrato e personalizzato, denominato VHE, che consentirà  all’utente di accedere ai servizi personalizzati a prescindere sia dalla modalità  di accesso (mobilità  del terminale) sia dalla tipologia di rete sottostante (mobilità  dell’utente).

IL Wi-Fi
Wi-Fi è l’ abbreviazione di Wireless Fidelity, è il nome commerciale delle reti locali senza fili (WLAN) basate sulle specifiche IEEE 802.11. Le reti Wi-Fi sono infrastrutture relativamente economiche e di veloce attivazione e permettono di realizzare sistemi flessibili per la trasmissione di dati usando frequenze radio, estendendo o collegando reti esistenti ovvero creandone di nuove.

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