Videogiochi e bambini

Due bimbi che giocano alla Play Station

In realtà  qualcuno potrebbe chiedersi quale che sia la novità  legata a questo articolo. Forse un nuovo gioco dedicato ai nostri piccoli infanti? Una console fatta a misura di bimbo? Qualche diavoleria dal mondo del Nintendo Wii, verso il quale i nostri figli sono stranamente attratti (sarà  a causa del famigerato Nun Chuck? Chi lo sa…). No. Questo nostro articolo è più che altro una forma di riflessione pubblica su quello che è un trend sempre più spopolante nel mondo dei videogiochi, un trend che, per quanto possiamo capirne le meccaniche e le ragioni insite ad esso non approviamo affatto e mai approveremo.

Stiamo parlando della tendenza a far diventare i videogiochi sempre più semplici. Per capire le ragioni che stanno dietro a tutto questo dovremo fare qualche passo indietro e guardare proprio all inizio della vita del mondo videoulico, precisamente attorno al gli anni ottanta. A quel tempo le console padrone del mercato erano il Nintendo e il Sega Master System le quali presentavano avventure molto difficili e complicate. Prendiamo, ad esempio, un The Legend of Zelda: i nemici erano tutti molto aggressivi, le vite poche e il percorso da fare lungo e accidentato tanto che quando si acquistava un gioco di questo genere non si era sicuri nemmeno di riuscire a portarlo a termine pur con tutta la buona volontà !

La ragione di questo livello elevato di difficoltà  sta nel fatto che allora, nonostante le dovute eccezioni, la Nintendo si rivolgeva ad un pubblico più maturo giacché i videogiochi non erano stati ancora riconosciuti nella cultura dei pargoli. E vero che alla fin fine anche i bambini tenevano in mano i joystick, ma è anche vero che molto presto si stufavano e cercavano divertimento altrove. In seguito il mercato delle console si è accresciuto e l utenza molto giovane si è riavvicinata ad esso con grande curiosità . Le software house, dunque, hanno pensato bene di fare alcuni esperimenti e di rendere volutamente alcuni titoli molto semplici. Il risultato fu estremamente positivo in quanto questi videogiochi vendevano molto di più.

Per certi versi, dunque, anche se sappiamo che è davvero molto brutto a dirlo sono stati proprio i bambini a rovinare per sempre la grande industria dei videogiochi. Un bambino si accontenta subito e le sue esigenze sono molto limitate: basta un gioco dove si vince sempre perché ormai la educazione alla sconfitta è ormai inesistente nelle famiglie. Sono bambini spesso viziati quelli che adesso impugnano i joystick e le software house si adeguano ben felici perché in effetti un gioco molto facile è altrettanto semplice da programmare e da creare. Ecco che dunque, noi videogiocatori da una vita, troviamo sempre meno divertimento in questi titoli che si consumano in pochi giorni lasciando in bocca solo uno spiacevole gusto amaro.

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